Abbiamo già trattato i vantaggi di chi progetta applicando i principi dell’Accessibilità Digitale: VAI ALL’ARTICOLO

Vediamo ora quali sono i principi chiave e best practices da conoscere per progettare by design: approccio che mette l’inclusione al centro fin dalle prime fasi di progettazione, non come correzione a posteriori.

Principi POUR

Per capire come rendere un prodotto accessibile bisogna partire dalle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), le linee guida internazionali sviluppate dal W3C.

Negli anni sono state organizzate attorno a un modello che ne semplifica l’applicazione pratica: il modello POUR, acronimo di Perceivable, Operable, Understandable, Robust.

In sintesi, rappresenta la base per qualsiasi esperienza digitale accessibile:

  1. Percepibile: le informazioni devono essere fruibili in più modi, non solo visivamente. Un testo alternativo per un’immagine o i sottotitoli per un video sono strumenti per garantire che il messaggio arrivi a tutti.
  2. Operabile: ogni utente deve poter navigare e interagire con il contenuto, che utilizzi tastiera, mouse, comandi vocali o tecnologie assistive.
  3. Comprensibile: il linguaggio dev’essere chiaro, coerente, prevedibile.
  4. Robusto: i contenuti devono funzionare nel tempo, restare compatibili con gli strumenti assistivi e con le evoluzioni tecnologiche future.

Questo modello è diventato un punto di riferimento globale perché traduce l’accessibilità in principi concreti di design, sviluppo e contenuto.

Approfondimento sul primo principio: PERCEPIBILE

Perché il modello POUR è cruciale per il design digitale

L’applicazione del modello non riguarda solo le persone con disabilità, ma migliora l’esperienza di tutti.

  • Un form chiaro e navigabile da tastiera, ad esempio, è utile anche per chi lavora su mobile o in condizioni di scarsa connessione.
  • Un contrasto cromatico elevato agevola la lettura sotto il sole.
  • Un testo lineare e comprensibile riduce il tasso di abbandono.

Ciò che rende il modello POUR potente è la sua universalità: prima o poi, chiunque può trovarsi in una condizione in cui l’accessibilità diventa essenziale. Che sia un dito rotto, un device senza audio o una connessione instabile.

Ecco i quattro motivi principali per cui ogni azienda dovrebbe adottarlo:

  • Universalità: l’accessibilità riguarda tutti, non una minoranza.
  • Inclusività: progetta esperienze che accolgono diversità temporanee o permanenti.
  • Conformità normativa: con l’arrivo dell’European Accessibility Act previsto per giugno 2025, ignorarla non sarà più un’opzione.
  • Miglior esperienza utente: un prodotto accessibile è, per definizione, più chiaro, coerente e piacevole da usare.

Accessibilità by Design

L’errore più comune è pensare all’accessibilità come a un intervento tecnico da applicare in un secondo momento. In realtà, l’unico modo efficace per garantirla è progettarla fin dall’inizio.

Questo significa includere criteri di accessibilità già nelle fasi di ricerca utente, wireframing e sviluppo, integrandoli nei processi quotidiani di design e product management.

Un’interfaccia costruita per essere accessibile fin dall’inizio è più solida, scalabile e pronta a evolversi con le normative e le tecnologie future. Progettare con l’accessibilità in mente significa abbattere barriere e creare pari opportunità, trasformando il design in un veicolo di innovazione sociale.

Cosa verificare concretamente

Per capire se un prodotto digitale è davvero accessibile bisogna guardare in profondità.
Ecco le aree chiave che ogni team dovrebbe monitorare durante la progettazione o la manutenzione di un sito, app o software:

1. Contrasto e leggibilità

Il testo deve poter essere letto in qualsiasi condizione visiva.
Un contrasto insufficiente tra testo e sfondo compromette la comprensione dei contenuti per chi ha disturbi visivi o semplicemente naviga sotto la luce diretta del sole.

2. Navigabilità da tastiera

Un sito accessibile non può dipendere dal mouse. Tutti gli elementi interattivi, pulsanti, form, menu, modali, devono poter essere raggiunti e attivati tramite tastiera.
È uno degli aspetti più trascurati, ma anche uno dei più semplici da testare manualmente.

3. Testi alternativi, sottotitoli e trascrizioni

Ogni immagine informativa deve avere un testo alternativo (alt text) chiaro e descrittivo.
Serve a chi usa screen reader, ma migliora anche la SEO e la comprensione generale dei contenuti.
Inoltre ogni contenuto audio o video deve avere sottotitoli sincronizzati o una trascrizione testuale. Non solo per chi ha disabilità uditive, ma anche per chi guarda video in contesti pubblici o in lingue non native.

4. Design responsive

Un’interfaccia accessibile si adatta a schermi, orientamenti e dispositivi diversi.
Responsive non significa solo “mobile-friendly”: significa che la gerarchia visiva e la fruizione dei contenuti rimangono coerenti ovunque.

5. Assenza di contenuti lampeggianti o invasivi

Animazioni e video che lampeggiano rapidamente possono provocare disagi o crisi epilettiche.
Nessuna animazione dovrebbe lampeggiare più di tre volte al secondo. E ogni elemento dinamico deve poter essere messo in pausa o disattivato.

6. Compatibilità con tecnologie assistive

Lo standard minimo oggi è garantire la compatibilità con screen reader, ingranditori di testo e software di input alternativo.

7. Lingua della pagina e landmark

Il tuo sito comunica correttamente la lingua della pagina e utilizza i landmark nel modo giusto? Spesso dettagli come la lingua della pagina e la suddivisione in landmark vengono trascurati.

8. Test con utenti reali

I test automatici sono utili, ma non bastano.
Solo il feedback di persone reali con diverse disabilità rivela problemi nascosti, percorsi tortuosi o microbarriere che gli strumenti non rilevano: è la differenza tra essere “compliant” e essere davvero “inclusivi”.

Le 4 fasi di verifica

Verificare l’accessibilità digitale è processo articolato in quattro fasi:

  1. Analisi preliminare: si definiscono obiettivi e contesto del prodotto digitale, utilizzando strumenti come WAVE o Axe per individuare problemi evidenti.
  2. Test manuale: come la navigazione tramite tastiera o screen reader, aiutano a individuare problemi di usabilità nascosti agli strumenti automatici.
  3. Restituzione di un report: si redige un report che descrive in modo chiaro e strutturato le criticità rilevate e propone soluzioni. Il report rappresenta una guida operativa per il team tecnico.
  4. Re-test e validazione: una volta apportate le modifiche, si ripetono i test per verificare l’efficacia degli interventi. Questo passaggio è essenziale per garantire un prodotto davvero inclusivo.

Un audit completo, integra tutte e le fasi e produce un report dettagliato con priorità, criticità e raccomandazioni operative per i team di design e sviluppo.

L’accessibilità come cultura del prodotto

Verificare l’accessibilità digitale non è solo una checklist: è un modo di guardare il proprio prodotto da prospettive diverse.
Richiede empatia, metodo e la capacità di riconoscere che ciò che è “intuitivo per noi” può essere inaccessibile per qualcun altro.

Un’organizzazione che adotta questo approccio non sta solo evitando sanzioni: sta costruendo prodotti più maturi, più inclusivi e più competitivi.

Leggi i maggiori casi di successo: CASI DI SUCCESSO

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