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Introduzione

In un mercato in continua evoluzione, è fondamentale che gli imprenditori adottino un approccio flessibile e orientato al cambiamento.

La metodologia Lean Startup di Steve Blank fornisce strumenti pratici per fare proprio questo, grazie alla sua enfasi su esperimenti rapidi, apprendimento continuo e iterazione. In questo articolo, esploreremo come aziende come Fujifilm siano riuscite a reinventarsi con successo grazie a questa mentalità, mentre altre, come Kodak, non sono state in grado di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

Vedremo come una gestione basata sulla sperimentazione e su dati concreti possa fare la differenza tra successo e fallimento, aiutando gli imprenditori a evitare errori costosi e a trovare nuove opportunità di crescita.

Cos’è la Lean Startup e perché è rilevante per gli imprenditori?

La Lean Startup è una metodologia sviluppata da Steve Blank e Eric Ries per aiutare le aziende a costruire prodotti e servizi innovativi riducendo al minimo il rischio di fallimento.

Il concetto base è semplice ma potente: piuttosto che investire risorse in idee non testate, si conducono una serie di esperimenti su campioni fino alla definizione di una versione ridotta del prodotto o servizio, chiamata “Minimum Viable Product” (MVP).

Questo permette di raccogliere feedback reali dai clienti fin dalle prime fasi, evitando così di lavorare per mesi o anni su prodotti che potrebbero non rispondere alle esigenze del mercato.

In poche parole, si promuove l’idea che il fallimento non debba essere evitato a tutti i costi, ma che debba avvenire in modo rapido e a basso costo, permettendo così all’azienda di migliorare continuamente sulla base di dati reali.

Per gli imprenditori, ciò si traduce in un risparmio di risorse e in un modo più agile di rispondere ai cambiamenti di mercato, due aspetti cruciali per chiunque voglia costruire un’impresa resiliente e di successo.

Ma non sempre il cambiamento è ben accettato.

“Abbiamo sempre fatto così”

Le aziende di grandi dimensioni spesso si mostrano riluttanti a sperimentare nuove idee, soprattutto se il processo implica cambiare strategie consolidate o affrontare costi senza ritorni garantiti.

Questa resistenza nasce da diversi fattori.

Prima di tutto, molte aziende temono che l’introduzione di esperimenti possa destabilizzare strutture e procedure operative già collaudate, con il rischio di compromettere l’efficienza e la produttività a breve termine.

Inoltre, le grandi organizzazioni tendono a essere vincolate da una cultura aziendale fortemente burocratizzata, in cui ogni decisione deve passare attraverso numerosi livelli di approvazione, rallentando qualsiasi tentativo di innovazione.

Tra le obiezioni più comuni vi è la percezione che gli esperimenti siano “troppo rischiosi” e “costosi”, soprattutto se non portano a un risultato immediato e tangibile.

Molti manager, abituati a valutare le performance aziendali su indicatori di redditività e risultati a breve termine, vedono gli esperimenti come una distrazione rispetto ai principali obiettivi aziendali.

Questo atteggiamento genera frustrazione tra i dipendenti che vorrebbero contribuire all’innovazione, ma si sentono bloccati da una mentalità aziendale rigida e dalla mancanza di flessibilità nel testare e iterare nuove idee.

Vediamo ora un esempio pratico di come l’approccio Lean, basato sulla sperimentazione e l’adattamento, abbia aiutato Fujifilm a prosperare dove Kodak non è riuscita.

L’importanza degli esperimenti rapidi

Kodak: Il prezzo della rigidità

Kodak è stata leader indiscussa nel settore della fotografia per decenni, famosa per aver reso accessibile a milioni di persone la possibilità di catturare e conservare ricordi. Tuttavia, l’azienda ha avuto difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti del mercato, in particolare con l’avvento della fotografia digitale.

Nonostante Kodak avesse sviluppato una delle prime fotocamere digitali già negli anni ’70, non ha mai puntato su questa tecnologia, temendo di cannibalizzare il suo core business basato sulla vendita di pellicole e stampa fotografica. In altre parole, Kodak ha fallito nel fare esperimenti rapidi e non ha sfruttato la sua capacità di innovazione per adattarsi alla nuova era digitale.

Anche quando il declino della pellicola fotografica era ormai evidente, Kodak ha continuato a investire in prodotti tradizionali, accumulando perdite fino alla dichiarazione di bancarotta nel 2012. Questo esempio evidenzia come la mancanza di flessibilità e di propensione agli esperimenti possano portare anche i giganti a soccombere.

Fujifilm: Adattarsi attraverso la diversificazione

Fujifilm, il grande rivale di Kodak, si è trovata ad affrontare la stessa sfida, ma con un approccio completamente diverso. Quando si è reso evidente che il futuro della fotografia sarebbe stato digitale, Fujifilm ha reagito rapidamente esplorando nuovi mercati e facendo numerosi esperimenti per capire come valorizzare il suo know-how. In particolare, l’azienda ha riconosciuto di avere competenze profonde nella chimica dei materiali e nella biotecnologia, settori cruciali per la produzione delle pellicole fotografiche.

Questo ha portato Fujifilm a diversificarsi in settori come la cosmetica, i prodotti farmaceutici e i materiali per schermi LCD. Grazie a questo approccio sperimentale, Fujifilm ha lanciato la linea di prodotti cosmetici Astalift, sfruttando le proprie conoscenze nella produzione di collagene, e ha sviluppato prodotti farmaceutici innovativi. Questo tipo di diversificazione ha permesso a Fujifilm di trasformarsi e prosperare, anche mentre il mercato delle pellicole fotografiche crollava.

L’approccio Lean Startup di Fujifilm, che ha fatto leva su esperimenti rapidi e su un processo di adattamento continuo, ha quindi permesso all’azienda di sopravvivere e di evolvere in nuove direzioni.

Come implementare la Lean Startup nella propria azienda

1. Abbracciare la cultura del cambiamento

Incoraggiare una mentalità di apprendimento continuo e di adattamento costante all’interno dell’azienda è fondamentale. Ciò significa che i team devono sentirsi liberi di proporre nuove idee e di fare test, sapendo che il fallimento è considerato parte del processo di innovazione.

2. Fare esperimenti continui e test su piccola scala

La sperimentazione continua aiuta a esplorare nuove idee senza compromettere la stabilità dell’azienda. L’ideale è lavorare su test rapidi, come ad esempio sondaggi, landing page di prova o campagne marketing mirate, per raccogliere feedback in tempo reale. Questo tipo di sperimentazione aiuta anche a capire quando una direzione è sbagliata, senza dover investire enormi risorse.

3. Ascoltare il feedback e iterare

Le aziende devono ascoltare attentamente il feedback dei clienti, che rappresenta una risorsa inestimabile per comprendere quali modifiche apportare al prodotto. Ad esempio, molte aziende di e-commerce conducono test A/B su diverse versioni delle loro pagine per identificare quelle più performanti, adattando continuamente il design e l’offerta.

Processo di sperimentazione

Il processo di sperimentazione è un ciclo continuo che inizia con l’analisi, una fase cruciale in cui si raccolgono e si esaminano i dati per comprendere lo stato attuale e individuare aree di miglioramento. Questa fase alimenta il brainstorming, dove il team elabora idee innovative e strategie potenziali per risolvere i problemi identificati.

Una volta generate diverse proposte, si procede alla prioritizzazione, valutando ciascuna idea in base a fattori come impatto, fattibilità e risorse necessarie, per selezionare quelle che promettono il maggior valore.

Dopo aver scelto le idee più promettenti, si passa al testing, dove le ipotesi vengono implementate in un ambiente controllato per osservarne i risultati. Infine, si torna all’analisi per esaminare i dati raccolti e valutare l’efficacia delle soluzioni testate. Questo ciclo iterativo permette di apprendere costantemente e ottimizzare le strategie, contribuendo a un miglioramento continuo dei processi o prodotti.

Esistono molti modi per testare un’idea. Tra gli esperimenti suggeriti ci sono le interviste, i prototipi concettuali, simulazioni di vendita e prototipi funzionanti come il Minimum Viable Product (MVP). La maggior parte dei team, tuttavia, si ferma alle interviste senza proseguire con test più approfonditi. Raccomandiamo di condurre esperimenti in tre fasi prima di implementare e scalare l’idea.

Vuoi partecipare al prossimo workshop dove condivideremo il nostro processo di sperimentazione?

Manda un’email a info@exeen.it e ti aggiorneremo sul prossimo workshop in programma.